venerdì 5 marzo 2010

Criminalità estetica

~ MINIMA ~ I CLAN DEGLI INSTALLATORI, LE DELIBERE NAPOLETANE, IL CADAVRE EXQUIS A MILANO ~

Marc Fumaroli sostiene che il sistema della cosiddetta «arte contemporanea» è la nuova mafia. Capitali russi e cinesi, cinismo cosmopolita. Anche gli scenari si sovrappongono. I vicerè di Napoli che decretano a fine mandato la strepitosa somma di venti milioni di euri per le imprese di Palazzo Donnaregina somigliano impressionantemente alla Giunta comunale che sfornava migliaia di delibere notturne nella Palermo d’antan. Le cronache di ‘nera’ ci aggiornano. A Milano, un ‘noto gallerista’ – come scrivono i resocontisti dei fattacci – è stato ucciso a mani nude e fatto a pezzi, i resti buttati giù in un canale del Naviglio. Truciderie da Ottocento gothic. La polizia ha già arrestato l’assassino, un collega in affari più o meno loschi. Alle origini della violenza vi sarebbe una mostra di falsi nella Reggia di Caserta (quale benemerito funzionario riuscirà a sottrarre quei luoghi aulici all’invasione dei malavitosi?). Ormai nei clan delle installazioni si comincia ad assumere anche la forma efferata delle attività mafiose. Dopo la criminalità esotica, quella estetica. Arrivano i cadaveri eccellenti ma non sono i giochi verbali dei surrealisti. Negli ambienti dove si guadagnano molti soldi senza talento, senza lavoro, senz’anima, dove l'oggetto da spacciare - come la droga - si fa bello di un esorbitante valore aggiunto, il delitto è di casa.