giovedì 20 ottobre 2011

La bella dimestichezza

~ BUONI CONSIGLI PER RESISTERE
A QUELLO CHE SI SPACCIA PER ARTE ~

È difficile essere «antimoderni», arduo muoversi sul crinale tra il ‘ritorno’ all’arcaismo pre-cristiano e il gusto sottile della décadence. Quelli raccolti nel rifugio online del «Covile» hanno provato a parlarne in una riunione conviviale a Firenze. Ora cominciano a pubblicare la trascrizione di quei discorsi. C’è chi ha raccontato il fastidio di vedere la trasandatezza della scena urbana e dei suoi attori, lo scontento di incontrare gli «erranti indottrinati», ovvero le masse del turismo trascinate da guide urlanti, più in generale «lo spettacolo desolante della modernità», ricordando però come «il mutamento, il progresso, non abbia necessariamente un esito nichilista» (Stefano Borselli); e chi ha stilato una specie di catalogo per resistere alle provocazioni degli intrattenitori miliardari che si ammantano del nome di arte. Questi buoni consigli vogliamo diffonderli. L’«Almanacco» sa che il numero dei suoi lettori è notevolmente inferiore a quello dei lettori del «Covile» ma per i pochi amici che ancora non conoscono l’aperiodica rivista elettronica ripropone le parole conclusive di Gabriella Rouf (e naturalmente rinvia alla lettura integrale degli interventi sul n. 660 di www.ilcovile.it ).

«Occorre […] agire nella convivialità, realizzare nel concreto le condizioni umane, integrali, sane, spontanee, del produrre e godere dell’arte; scoprire ed amare l’arte nel quotidiano, nella normalità della vita, nella sua integrazione visiva e pratica nei percorsi degli uomini; visitare i luoghi con acutezza di sguardi ma larghezza di tempi, ed eventualmente i musei, cercando di proiettarne le opere all’esterno per lo meno con l’immaginazione; non frequentare normalmente mostre ed eventi, e nel caso esprimere critiche e dissenso, ma privilegiare le collezioni permanenti e l’arte diffusa sul territorio (spesso ahimè non accessibile oppure resa tale solo dalla disponibilità dei volontari); comprare un’opera che ci piace, incoraggiare gli artisti che ci piacciono, fidandoci del nostro gusto, perché se un buon effetto può avere la pessima fama dell’ambiente artistico ufficiale, è nel rafforzarci nel nostro intuito, visto che degli “esperti” non ci si può certo fidare! Riscoprire la gioia di portarci a casa una piccola scultura, come di trovare in una chiesa una dolcissima Madonna, venerata sull’altare, magari con gli abiti ottocenteschi, mentre tante altre, in certi casi sottoposte a dissennati restauri, se ne stanno squallidamente ed ossessivamente in fila in una sala (ci può essere - salvo la distruzione - un danneggiamento specifico peggiore?). Sostenere l’artigianato artistico, le tradizioni artigianali, i cui confini con l’arte erano un tempo sfumati, e che talvolta oggi appaiono suggestivi rifugi di saperi antichi e raffinati. Raccogliere notizie, documentazione, opere di artisti del Novecento misconosciuti ed emarginati dal trionfo delle avanguardie. Agire pertanto per ricostituire concretamente un mercato indipendente ed anticonformistico, che applichi un discernimento sulla qualità (pur nella pluralità dei gusti personali)».

Per concludere con un’originale replica a chi, sulle orme del saggio di Benjamin, si tormenta da decenni e astrusamente sulla ‘scomparsa dell’aura’. Alle elucubrazioni germaniche si risponde con la tradizione italica, con la familiarità toscana per ogni aspetto del bello: «La nostra arte non ha bisogna dell’‘aura’, perché partecipa di una millenaria dimestichezza con la manipolazione creatrice di ideale bellezza, fatta propria e resa integralmente umana dal cristianesimo, affermatasi come valore collettivo e civico, segno identitario e pervasivo di territori e città, con un’inesauribile ricchezza simbolica. Se guardiamo alle quantità, le presenze di AC [arte contemporanea] e bruttezze novecentesche che ci appaiono così disturbanti, sono insignificanti, imbarazzanti nella loro miseria: è l’effetto amplificatorio dei media disciplinatamente al servizio di chi paga che falsa le proporzioni».