venerdì 29 giugno 2012

Il rinnegato

~ IL PRIMO DEI PECCATORI,
IL PRIMO DEI SANTI,
IL PRINCIPE DEGLI APOSTOLI ~

Rinnegò il suo Maestro e non una volta sola, ripetutamente, per ben tre volte, ebbe paura il nostro primo capo della Catholica, ebbe paura anche a Roma quando girò le spalle e si incamminò verso casa percorrendo la Via Appia e incontrando Gesù che con una battuta lo incoraggiò a tornare indietro e ad affrontare il martirio. Fu pauroso e peccatore Simone detto Pietro, lontano da ogni eroismo e dalle disumane condanne per ogni fobia che il linguaggio pseudopolitico ci ripete ormai ossessivamente, così come fu lontano dai puritanesimi che ci vogliono tutti angeli. In molte pagine dei Vangeli si comportò da uomo semplice, da pescatore, con domande giudiziose quanto ingenue poste direttamente al figlio di Dio. Frequentò le prigioni romane e visse nella capitale del mondo da latitante, al punto, dicevano i santi padri della Chiesa, da truccare le sue lettere datandole Babilonia invece che Roma, essendo da queste parti un ricercato. Polemizzò con Paolo che appariva colto e brillantissimo ma presentò le sue buone ragioni con calma e buonsenso. Il primo papa non fu un sapiente bensì un «agrammatos», un popolano che però stupì gli uomini del sinedrio per le sue risposte profonde, un non-eroe che seppe morire in croce. Il Dio incarnato si fece rappresentare da un ebreo che dimostrò una fede immensa, rassicurante. Il Padre divino gli aveva rivelato cose nascoste ancora a molti. Gesù gli diede l’incarico più importante su questa terra: «Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa; le potenze dell’inferno non la potranno mai vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli: tutto quello che legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli; tutto quello che scioglierai sulla terra, sarà sciolto anche nei cieli» (Mt. 16, 17-19). Perciò il titolo augusteo di pontefice massimo gli si addice per investitura messianica: costruire ponti tra il cielo e la terra, tra le cose visibili e quelle invisibili, guidare la Chiesa di quaggiù costantemente intrecciata con quella dei trapassati. Il principe degli apostoli stabilendosi nella capitale dell’Impero romano riscattò un po’ anche il paganesimo locale e la missione di Roma. E il giorno in cui si celebrava Romolo e Remo riconciliati divenne il giorno in cui la nuova Roma commemorava Pietro e Paolo riconciliati. I 'protestanti' d'ogni epoca e latitudine si scandalizzano per una figura così poco ieratica e per una via di salvezza indicata da un pescatore mediorientale, da un peccatore pentito, insomma per il papa di Roma che si fa forte della delega di Dio, ai loro occhi eccessiva per una figura tanto umana. 

lunedì 18 giugno 2012

La scuola

~ PICCOLE TRASGRESSIONI SUL BUS ~
Venerdì scorso, la calca ordinaria di un bus romano è stata irrobustita da un’orda schiamazzante di studenti di un istituto tecnico. Festeggiavano la fine dell’anno scolastico, celebravano forse la conquista di un diploma. Maschi e femmine diplomati o diplomandi, senza differenze, giocavano a fare i selvaggi. Non si erano imbrattati con uova e farina come fanno molti liceali appena interrotta la lettura di Plotino o la traduzione del pio Virgilio, non si piegavano ai ‘gavettoni’ infantili, puntavano a più duri modelli. Quei ragazzotti mimavano canti e slogan delle curve calcistiche. Così in pochi istanti, conquistato il compiacimento del pubblico anziano, han cominciato a bestemmiare Dio, ritmando l’insulto blasfemo, e subito dopo, per spirito di trasgressione ancora più scandalosa ai loro occhi – ché si è raccontato spesso nelle aule scolastiche e nelle gite didattiche ai Lager di una immolazione al Cielo per quella che fu invece una efferatezza umana e con finalità assai laiche – cominciavano a ripetere con un sorrisetto sulle labbra: «sei milioni di ebrei, sei milioni di ebrei, io lo rifarei, io lo rifarei». A questo punto l’espressione di benevolenza dei presenti, pur concessa di fronte all’ingiuria sguaiata verso l’Onnipotente, si irrigidiva in una smorfia strana. In tempi di invidia sociale, avranno pensato ai soldi sprecati per la scuola e per i titoli di studio legali? O al piccolo dettaglio che neppure al riparo del sacro i morti sono al sicuro? O che l’abuso retorico di cultura genera mostri? O semplicemente che se educhi i giovanetti all’arte della trasgressione, magari con ripetute visite scolastiche nei musei del contemporaneo, poi nei sacrilegi bifolchi sul mezzo pubblico si sentiranno dei creativi in erba.