minima / Il calendario di Google
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Mezzo pianeta ha un nuovo calendario surrettizio. Quel che non riuscì alla Convenzione francese con i suoi cervellotici Brumaio, Frimaio o Germile (per non parlare dei giorni, dedicati alle piante e agli animali), viene facile alla Rete universale che stabilisce le sue ricorrenze e le impone a tutti gli schermi collegati. Al posto dei santi quotidiani, delle festività cristiane, ebraiche, coraniche o induiste, ecco le occasioni ‘laiche’ del motore Google: ci si sveglia al mattino e si trova sul proprio pc una immagine diversa: cliccando sopra si scopre la memoria di qualche star dell’estetica contemporanea – come oggi che si commemora quell’ubriacone di Pollock – o eventi sportivi o anniversari di scoperte tecnologiche o beatificazioni di scienziati o primi decennali della Rete medesima e del suo indotto. È la liturgia elettronica globale, che schiaccia tutti fingendo di adattarsi a ciascuno, in genere con figurine puerili, icone da giardino di infanzia, in nome della tolleranza senza nerbo. Non consola, manca dei Sant’Antonio cui rivolgersi o dei pretesti per l’onomastico, priva l’umanità dei suoi vecchi totem e dei suoi vecchi tabù, svuota anche i villaggi tribali dove c’è la connessione dei simboli apotropaici, si limita a istituire un algido culto del ricordo. Riecheggia le pretese degli illuministi ma senza neppure le celebrazioni della patria e della rivoluzione o della virtù. Un’asettica religione del mercato.
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