minima / Il giorno del silenzio
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Un minuetto di scuse e di formule mondane, di mosse diplomatiche e di scandali giornalistici, sulle ecatombi del XX secolo. La morte - e per di più violenta, di massa, la strage - dovrebbe fare ammutolire. Al limite oscuro del silenzio, come i versi di Celan. Invece, un gran parlare, disseppellendo cadaveri senza alcuna pietas, e un parlare di vittime in quel modo: sempre discorsi di circostanza, retorica dell’orazione politica. Sui fiumi di sangue meglio sarebbe affidarsi alle parole forti dei profeti, alle maledizioni, alle benedizioni. Che riposino in pace!
Un minuetto di scuse e di formule mondane, di mosse diplomatiche e di scandali giornalistici, sulle ecatombi del XX secolo. La morte - e per di più violenta, di massa, la strage - dovrebbe fare ammutolire. Al limite oscuro del silenzio, come i versi di Celan. Invece, un gran parlare, disseppellendo cadaveri senza alcuna pietas, e un parlare di vittime in quel modo: sempre discorsi di circostanza, retorica dell’orazione politica. Sui fiumi di sangue meglio sarebbe affidarsi alle parole forti dei profeti, alle maledizioni, alle benedizioni. Che riposino in pace!
Racconta René Girard: «un giorno Michel Foucault mi ha detto: ‘Non bisogna costruire una filosofia della vittima’. Gli ho risposto: ‘Non una filosofia, ma una religione… Ed esiste già!».
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