venerdì 2 novembre 2012

Un Requiem

~ ESERCIZI DELLA MEMORIA PER IL 2 NOVEMBRE ~

Un esercizio privato nel giorno dedicato a coloro che sono passati in questo mondo e che lo hanno lasciato: ricordare tutte le persone che si videro vivere accanto a noi e che adesso fanno parte della maggioranza, dell’umanità morta. Anche i meno vecchi ne avranno da contare parecchi. Ci si accorgerà di quanti ne dimentichiamo nei giorni normali, persone con cui ci accompagnammo per un periodo, magari nell’infanzia, o nella gioventù frettolosa. Pensiamoli e doniamo loro un Requiem. Dai pulpiti cattolici è sempre venuto l’invito a pregare per i dimenticati, per chi non ha lasciato eredi o ne ha avuti assai disinteressati alla pietas, magari per egotismi alla moda; la Chiesa avversata dai luterani ci ha insegnato a lucrare le indulgenze, sì a guadagnarcele in tutti i modi, per aiutare i morti; il Vangelo consiglia di puntare sul sacrificio della croce per garantire la resurrezione a chi ha già subìto la corruzione del tempo. Teschi e scheletri barocchi erano consacrati perché alla fine sarebbero stati rivestiti della carne più splendente, non servivano da spauracchio né da demente distrazione come l’Halloween con cui siamo stati colonizzati. In origine pare che «trick or treat» significasse «maledizione o sacrificio», «morte o dolce» nasconde appena la posta in gioco, il macabro aut aut dell’entertainment. Paganesimi d’accatto che comunque sottolineano, sia pure senza il respiro della speranza, il fatto che questi sono giorni dei morti. Tradizioni arcaiche ne abbiamo anche nel nostro paese per le notti malinconiche del nebbioso novembre: i falò contadini celebravano il ritorno degli abitanti dell’aldilà in permesso speciale per qualche ora nelle loro case. Una visione ingenua del mondo oltre la morte ma in fondo è vero che almeno il 2 novembre nelle case che abitarono i trapassati c’è forse chi li pensa. E in Italia sono ancora molti i viventi che visitano i cimiteri per un atto d’amore verso i già inumati. Peggio di Halloween, di ogni altra mascherata, è il weekend culturale nel quale si inzeppano musei e ristoranti, dimenticando la data, cancellando la ricorrenza che di noi ci parla, che ci mette a tu per tu con il «dies illa».

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