Citazione L'utopia del museo
Jean Clair: «Se gli dei avessero proposto a Edipo cieco di restituirgli la vista, avrebbe accettato? Dato che il fardello della colpa cresce nella misura in cui la civiltà progredisce, la cecità sarà sempre più necessaria a farcene accettare il peso. Sembra dunque evidente che la soddisfazione degli istinti e, in primo luogo, la soddisfazione della pulsione scopica della visuferazione [neologismo inventato da Clair, in assonanza con vociferazione e orripilazione, per indicare quello che la psicoanalisi chiama ‘pulsione a vedere’ (ndr)], diventerà sempre più imponente, ma di sicuro talmente furtiva e superficiale da richiedere soltanto oggetti grossolani, per soddisfarsene, come si dice, alla bell’e meglio.
L’utopia del museo consiste nel fatto che ciascuno, dal bambinello al lavoratore straniero, fino al dirigente, si unisca alla piccola élite che in piena coscienza ha scelto il piacere artistico come altri hanno scelto di amare uno sport o leggere romanzi polizieschi; consiste anche in una pericolosa illusione e in definitiva nella mancanza d’attenzione che ci rendono vulnerabili allo sguardo della Gorgone.
La gran folla che si accalca all’entrata delle mostre non è il segno che la ‘cultura’ ha sfiorato con la sua grazia l’intero corpo di una nazione, ma al contrario è il segno inquietante che abbiamo abbassato la guardia». (Da Medusa. L’orrido e il sublime nell’arte, Leonardo 1989, p. 188).
Jean Clair: «Se gli dei avessero proposto a Edipo cieco di restituirgli la vista, avrebbe accettato? Dato che il fardello della colpa cresce nella misura in cui la civiltà progredisce, la cecità sarà sempre più necessaria a farcene accettare il peso. Sembra dunque evidente che la soddisfazione degli istinti e, in primo luogo, la soddisfazione della pulsione scopica della visuferazione [neologismo inventato da Clair, in assonanza con vociferazione e orripilazione, per indicare quello che la psicoanalisi chiama ‘pulsione a vedere’ (ndr)], diventerà sempre più imponente, ma di sicuro talmente furtiva e superficiale da richiedere soltanto oggetti grossolani, per soddisfarsene, come si dice, alla bell’e meglio.
L’utopia del museo consiste nel fatto che ciascuno, dal bambinello al lavoratore straniero, fino al dirigente, si unisca alla piccola élite che in piena coscienza ha scelto il piacere artistico come altri hanno scelto di amare uno sport o leggere romanzi polizieschi; consiste anche in una pericolosa illusione e in definitiva nella mancanza d’attenzione che ci rendono vulnerabili allo sguardo della Gorgone.
La gran folla che si accalca all’entrata delle mostre non è il segno che la ‘cultura’ ha sfiorato con la sua grazia l’intero corpo di una nazione, ma al contrario è il segno inquietante che abbiamo abbassato la guardia». (Da Medusa. L’orrido e il sublime nell’arte, Leonardo 1989, p. 188).
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