venerdì 4 giugno 2010

Il dubbio di Wittgenstein

~ SULLA SOGLIA DI UNA DIMORA SPLENDENTE ~

Ludwig Wittgenstein, cresciuto tra i Rodin e i Klimt, i Segantini e i Klinger, in una dimora principesca visitata da Brahms e da Clara Schumann (che fu anche insegnante di musica delle zie del filosofo), frequentata dal Quartetto Rosé, dal giovane Pablo Casals e da Bruno Walter – giusto per citare dei nomi che poi entreranno, o erano già entrati, nella storia – ebbe, una volta congedatosi da un simile mondo dorato, un forte dubbio. Si trovò a pensare che la cultura aveva perduto quella integrità per cui valeva la pena che i migliori si rivolgessero alle arti. Più tardi annotò nei suoi Quaderni 1914-16: «L’opera d’arte è l’oggetto visto sub specie aeternitatis; e la vita buona è il mondo visto sub specie aeternitatis: questa è la connessione tra arte e etica». Adesso che tale connessione non esiste più, e in luogo dell’eterno trionfa il contemporaneo, il dubbio si fa estremamente più grande: conviene a un giovane per bene dedicarsi a delle arti così ridotte?

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