~ ROMA, I SANTI DEL CALENDARIO CATTOLICO
E LA FESTA DELL’ASSUNTA ~
Nel calendario ufficiale cattolico, quello che un tempo era in bella mostra anche nelle sacrestie, dove sono riportati i santi del giorno, c’è quotidianamente un riferimento che, se osservato con attenzione, metterebbe in fuga le tante fanfaluche sul cattolicesimo romano. Nell’indicare il santo da festeggiare, infatti, dopo l’apposizione che specifica la sua gloria (martire, confessore, dottore della Chiesa, vergine, papa…), c’è scritto sotto il nome del celebrato e la data approssimativa della sua morte la frase ricorrente: il suo corpo riposa a…, per lo più – visto anche il gran numero dei martiri dei primi secoli – nelle tante chiese di Roma, onde la città eterna è una specie di immenso letto per questi defunti speciali, una necropoli per eccellenza ma senza tristezza, perché i suoi abitatori già godono delle gioie del Paradiso. Ecco, a legger bene quel costante informare sull’ubicazione delle spoglie, vien fuori che il corpo ha una importanza rara nel mondo religioso, che il cattolicesimo non pensa solo allo spirito, che il suo culto si basa sulla venerazione dei corpi (altro che odio e repressione dell’aspetto fisico!), che l’antica liturgia stabilisce nel corso dei giorni il pellegrinaggio nei vari punti di questa singolare topografia corporale, comprendente anche i sepolcri che custodiscono resti più che millenari, povere ossa consunte, polvere, eppur segno prezioso di mediazione fisica con l’aldilà. Ma oggi è la festa dell’Assunta, di Maria Assunta, e il papa Pio XII, sessant’anni fa, ci disse con la solennità del dogma, che il suo corpo non è più qui sulla terra, che venne portato in Cielo dagli angeli, che sta accanto al corpo glorioso di suo Figlio, ambedue in trono, come li rappresentò per esempio Jacopo Torriti, inauguratore dell’arte italiana, nell’abside di Santa Maria Maggiore a Roma, ben sette secoli fa. Magari in una forma diversa, la Chiesa cattolica riesce a dire le medesime cose a una distanza temporale così imponente.
E LA FESTA DELL’ASSUNTA ~
Nel calendario ufficiale cattolico, quello che un tempo era in bella mostra anche nelle sacrestie, dove sono riportati i santi del giorno, c’è quotidianamente un riferimento che, se osservato con attenzione, metterebbe in fuga le tante fanfaluche sul cattolicesimo romano. Nell’indicare il santo da festeggiare, infatti, dopo l’apposizione che specifica la sua gloria (martire, confessore, dottore della Chiesa, vergine, papa…), c’è scritto sotto il nome del celebrato e la data approssimativa della sua morte la frase ricorrente: il suo corpo riposa a…, per lo più – visto anche il gran numero dei martiri dei primi secoli – nelle tante chiese di Roma, onde la città eterna è una specie di immenso letto per questi defunti speciali, una necropoli per eccellenza ma senza tristezza, perché i suoi abitatori già godono delle gioie del Paradiso. Ecco, a legger bene quel costante informare sull’ubicazione delle spoglie, vien fuori che il corpo ha una importanza rara nel mondo religioso, che il cattolicesimo non pensa solo allo spirito, che il suo culto si basa sulla venerazione dei corpi (altro che odio e repressione dell’aspetto fisico!), che l’antica liturgia stabilisce nel corso dei giorni il pellegrinaggio nei vari punti di questa singolare topografia corporale, comprendente anche i sepolcri che custodiscono resti più che millenari, povere ossa consunte, polvere, eppur segno prezioso di mediazione fisica con l’aldilà. Ma oggi è la festa dell’Assunta, di Maria Assunta, e il papa Pio XII, sessant’anni fa, ci disse con la solennità del dogma, che il suo corpo non è più qui sulla terra, che venne portato in Cielo dagli angeli, che sta accanto al corpo glorioso di suo Figlio, ambedue in trono, come li rappresentò per esempio Jacopo Torriti, inauguratore dell’arte italiana, nell’abside di Santa Maria Maggiore a Roma, ben sette secoli fa. Magari in una forma diversa, la Chiesa cattolica riesce a dire le medesime cose a una distanza temporale così imponente.
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