martedì 16 novembre 2010

La tirannia dei valori in tv

~ UN LIBRINO DI SCHMITT COME ANTIDOTO ~

Dopo gli eccessi del pubblico sciocchezzaio iersera, dopo gli elenchi farneticanti di due spacciatori di ideologia fuori tempo massimo, ci permettiamo di suggerire come antidoto un aureo librino di Carl Schmitt, La tirannia dei valori (Adelphi, a soli 5.50 euri), considerazioni di un giurista su questa strana parola – valore, appunto – che designa un concetto sconosciuto agli antichi, ai medioevali, ai rinascimentali, imprestato dalle scienze economiche, che riduce il mondo a merce da valutare soggettivamente. Per riflettere invece sulla antica virtù, un libro introvabile – salvo in qualche biblioteca – di Leo Strauss: Liberalismo antico e moderno, Giuffrè, 1973).

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi si arma di valori è un potenziale assassino, avrebbe detto C. Schmitt. Vaglielo a spiegare a quei pacifisti ilari di Rai Tre!
M.R.

lycopodium ha detto...

OT
Il problema che presento è quello che di qui a poco potrebbe investire la Chiesa italiana: le nuove traduzioni del Messale.
Sono note le battaglia che in passato il Sabato e 30 Giorni hanno condotto in passato, soprattutto gli interventi del prof. Lorenzo Bianchi (da cui scaturì il libro “Liturgia. Memoria o istruzioni per l’uso?” edizioni Piemme).
Purtroppo nulla hanno prodotto questi interventi, vedasi il modo verticistico e i discutibili criteri con coi è stato prodotto il nuovo Lezionario (con l’abolizione di espressioni tradizionali, quali l’ave maria, o il figlio prediletto; l’uso indiscriminato della parola amore; parole volgarmente inappropriate, quali scannare al posto di immolare nel Levitico, lo snervamento della profezia eucaristica nel libro di Malachia; l’espressione “con [invece che sulle] le nubi del cielo” di cui si conoscono bene le implicazioni dogmatiche,; per non parlare della squallida iconografia etc.).
Non bastasse questo la nuova traduzione del messale si presenta sotto pessimi auspici:
Purtroppo le porte degli inferi, in arte esperti CEI, imperversano (nonostante poche voi contrarie: cantuale antonianum, querculanus):
si veda ad esempio qui http://blog.messainlatino.it/2010/11/magister-il-papa-striglia-i-vescovi.html (commenti del 13 novembre 2010, ore 10.12.47 e ore 10.13.22 a firma mercenaro)
e aggiornamenti qui http://blog.messainlatino.it/2010/11/cera-una-volta-bugnini-oggi-la-cei.html#comments ). Il punto chiave sembra essere le parole a contenuto sacrificale (dalle preghiere eucaristiche, dalle preghiere sulle offerte e simili); in particolare quelle della formula consacratoria: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi, che verrà tradotto eliminando la parola sacrificio.
Si può far qualcosa perchè queste deleterie modificazioni prevalgano?
Grazie,
con ammirazione
lycopodium

ALMANACCO ROMANO ha detto...

Naturalmente, quanto detto dall'amico che si ispira alle piante sempre verdi non ha a che fare con Schmitt e questo post, ma lo abbiamo trovato in coda ai commenti e lo pubblichiamo volentieri. Lieti se si aprisse tra i lettori di questo piccolo Almanacco una discussione su temi tanto elevati.

Anonimo ha detto...

Eppure, forse, una connessione tra Schmitt e i rilievi liturgico teologici esiste. Il giurista tedesco, infatti, non era estraneo a cercare nella teologia le ragioni profonde della crisi a lui coeva.

Curiosa poi la metamorfosi operata dalla modernità a proposito del liberal-ismo: dalla liberalitas prisca ovvero della generosità virtuosa all'utilitarismo smitiano (altro Smith qui ma di segno opposto). Un buon esergo del degrado ontologico operato dai novatori.

Cordialità

Giampaolo

lycopodium ha detto...

Grazie del riscontro!
Segnalo un NON finale in meno (=il diavolo che ci mette la coda):

"Si può far qualcosa perchè queste deleterie modificazioni NON prevalgano?"