~ UN AUGURIO CON IL PICTOR OPTIMUS ~
Nella vetrina di un rigattiere, resa più accattivante per le feste, fa bella mostra di sé la copertina di una rivista, «Il Tempo» settimanale, di un’annata dei Cinquanta, non si legge bene la data, ma si legge benissimo, perché a caratteri cubitali, una scritta che annuncia: «I Promessi Sposi illustrati da De Chirico». I personaggi del romanzo più popolare della letteratura italiana effigiati dal sommo pittore del Novecento sulle pagine di un magazine. Colui che fece muovere le avanguardie con la forza dei suoi quadri (il surrealismo, per esempio) e che sconfisse le avanguardie con il ritorno alla pittura tradizionale, a Rubens addirittura, possedeva poi l’umiltà d’essere illustratore e la grandezza d’essere riconosciuto e amato anche dal pubblico popolare. Come Picasso, d’altronde. Un installatore non saprà commentare una pagina letteraria perché non ha la disposizione al disegno e alla pittura, forse neppure alla lettura intelligente. I minus habentes del «concettuale» confondono il difficile con il latinorum per far colpo sui parenti contadini. Manca a tutti loro la grazia di Giorgio de Chirico che illustrava pure i manuali non solo Manzoni, o quella di Raffaello che dipingeva gli stendardi per le processioni. La storia dell’arte (ma anche della musica) è piena di geni che si prodigarono per tradurre ai sensi dei fedeli i misteri del cristianesimo. Senza l’ossessione da parvenu della originalità, semplicemente con il talento dell’artista, cioè di chi ha la mano adatta per fare le figure. Che il 2011 cominci a liberarci dalla prosopopea dei boriosi trafficanti della cultura contemporanea. Un anno della semplicità, che rilucerebbe in un’epoca di sempliciotti.
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