Calendario dell’Avvento 19. Stein, gli innocenti
Edith Stein (1891-1942), filosofa ebrea, discepola e assistente universitaria di Husserl, si convertì al cattolicesimo e divenne poi suora carmelitana. Quando i vescovi d’Olanda, paese in cui si era rifugiata dalle persecuzioni naziste, resero pubblico un documento di condanna dell’antisemitismo, con i toni espliciti che molti del nostro tempo rimproverano agli altri episcopati cattolici di non avere avuto, gli hitleriani per rappresaglia arrestarono anche gli ebrei convertiti alla Chiesa di Roma ed Edith Stein finì ad Auschwitz, dove fu uccisa in una camera a gas. Giovanni Paolo II la proclamò santa. Scrisse tra l’altro una meditazione sul «Mistero del Natale», pubblicato in italiano nella raccolta La mistica della croce (Città nuova), da cui è tratto questo passaggio.
Ognuno di noi ha già sperimentato la felicità del Natale. Ma il cielo e la terra non sono ancora divenuti una cosa sola. La stella di Betlemme è una stella che continua a brillare anche oggi in una notte oscura. Già all’indomani del Natale la Chiesa depone i paramenti bianchi della festa e indossa il colore del sangue e, nel quarto giorno, il violetto del lutto: Stefano, il protomartire, che seguì per primo il Signore nella morte, e i bambini innocenti, i lattanti di Betlemme e della Giudea, che furono ferocemente massacrati dalle rozze mani dei carnefici, sono i seguaci che attorniano il Bambino nella mangiatoia. Che significa questo? Dov’è ora il giubilo delle schiere celesti, dov’è la beatitudine silente della notte santa? Dov’è la pace in terra? Pace in terra agli uomini di buona volontà. Ma non tutti sono di buona volontà. Per questo il Figlio dell’eterno Padre dovette scendere dalla gloria del cielo, perché il mistero dell’iniquità aveva avvolto la terra.
Edith Stein (1891-1942), filosofa ebrea, discepola e assistente universitaria di Husserl, si convertì al cattolicesimo e divenne poi suora carmelitana. Quando i vescovi d’Olanda, paese in cui si era rifugiata dalle persecuzioni naziste, resero pubblico un documento di condanna dell’antisemitismo, con i toni espliciti che molti del nostro tempo rimproverano agli altri episcopati cattolici di non avere avuto, gli hitleriani per rappresaglia arrestarono anche gli ebrei convertiti alla Chiesa di Roma ed Edith Stein finì ad Auschwitz, dove fu uccisa in una camera a gas. Giovanni Paolo II la proclamò santa. Scrisse tra l’altro una meditazione sul «Mistero del Natale», pubblicato in italiano nella raccolta La mistica della croce (Città nuova), da cui è tratto questo passaggio.
Ognuno di noi ha già sperimentato la felicità del Natale. Ma il cielo e la terra non sono ancora divenuti una cosa sola. La stella di Betlemme è una stella che continua a brillare anche oggi in una notte oscura. Già all’indomani del Natale la Chiesa depone i paramenti bianchi della festa e indossa il colore del sangue e, nel quarto giorno, il violetto del lutto: Stefano, il protomartire, che seguì per primo il Signore nella morte, e i bambini innocenti, i lattanti di Betlemme e della Giudea, che furono ferocemente massacrati dalle rozze mani dei carnefici, sono i seguaci che attorniano il Bambino nella mangiatoia. Che significa questo? Dov’è ora il giubilo delle schiere celesti, dov’è la beatitudine silente della notte santa? Dov’è la pace in terra? Pace in terra agli uomini di buona volontà. Ma non tutti sono di buona volontà. Per questo il Figlio dell’eterno Padre dovette scendere dalla gloria del cielo, perché il mistero dell’iniquità aveva avvolto la terra.
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